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Una riflessione del tutto inedita sull'entità e la qualità della consapevolezza musicale degli italiani lungo tutto il Novecento, che va oltre le limitazioni di «genere» e abbraccia una definizione il più ampia possibile di «cultura»: si prende in considerazione infatti non solo il «sapere» musicale strettamente inteso, dunque, ma - allargandosi su una declinazione di campo culturale più aggiornata dal punto di vista teoretico e storiografico - ogni tipo di esperienza che può configurarsi come pratica culturale. Le grandi direttrici di ricerca individuate sono tre: 1) la formazione musicale all'interno dei percorsi educativi istituzionali e i percorsi formativi non istituzionali; 2) le pratiche musicali non professionali e partecipative (dilettantismo, associazionismo, usi sociali della musica); 3) la fruizione collettiva e individuale di musica, con particolare accento sul ruolo svolto dai mezzi di comunicazione di massa lungo il corso del Novecento. Dai conservatori alle bande di paese ai cori amatoriali, dalla programmazione dei teatri e delle istituzioni musicali alle trasmissioni radiofoniche e televisive e all'editoria musicale, fino alla musica in rete, un itinerario completo e aggiornato nella vasta gamma di interessi e manifestazioni che percorrono il nostro Paese.